Muay Chaiya

Il più noto stile di combattimento tradizionale del sud della Thailandia, il Muay Chaiya è rinomato per la sua strategia di combattimento basata in massima parte su movimenti evasivi ed imprevedibili e feroci attacchi portati con le gambe, calci o ginocchiate, contro le parti basse dell’avversario o improvvise serie di gomitate eseguite avanzando velocemente sull’avversario o saltandone letteralmente le difese. Si narra che il Muay Chaya sarebbe nato, secondo un’antica leggenda, dall’esperienza di un monaco di origini cinesi Phor Than Mar che nel corso delle sue peregrinazioni si stabilì nel villaggio di Pum Riang (distretto di Chaiya) ): la leggenda vuole che aiutò gli abitanti del villaggio a domare un elefante selvaggio che danneggiava le fattorie del posto e per questo gli stessi contadini costruirono un tempio che celebrava l’evento, il Wat Thung Chap Chang (il “Tempio dell’elefante catturato nel campo” dove “ Chap chang” è il termine usato per indicare la cattura dell’elefante) di cui Than Mar divenne l’abate.

Tecniche tipiche:
Il bendaggio delle mani rappresentava una parte importante della preparazione dei combattenti prima dello scontro; alcuni Khru Muay Chaiya custodivano il segreto per rendere i Kard Chiek vere e proprie armi, paragonate agli artigli di una fiera (la tecnica Seua Lab Leb usa i pugni cordati proprio per lesionare il volto dell’avversario simulando i movimenti delle unghie di una tigre che aggredisce la preda). Dovendo utilizzare al meglio i gomiti e gli avambracci come armi, il bendaggio si limitava alla mano e si chiudeva sul polso.
Il primo approccio tecnico al combattimento di questo stile si basava sull’evitare la potenza degli attacchi avversari, utilizzando un sofisticato sistema di passi, torsioni, cambi di livello e salti che rendevano il praticante di Muay Kiao (Boxe bassata sull’agilità) un bersaglio quasi imprendibile.

Le tecniche portate in salto, soprattutto di calcio, ginocchio e gomito (Gradot Tae/Kao/Sok) venivano studiate a fondo per potenziare al massimo ogni colpo, anche se la massa di chi eseguiva l’azione era molto inferiore a quella dell’avversario;i colpi di gomito erano sviluppati a livelli eccezionali, rendendo il Ti Sok l’arma per eccellenza dello stilista “morbido”, una lama efficacissima in qualsiasi situazione, distanza o posizione esso si trovi rispetto al bersaglio scelto.
Anche le azioni di prese, proiezioni e rotture articolari (in thailandese Tum Tap Chap Hak) erano molto sviluppate nello stile e spesso venivano utilizzare per “terminare” un avversario scaltro ed abile nello scambio di colpi.

Punti forti: le tecniche sono utili per affrontare avversari più pesanti, non serve un lungo condizionamento osseo per essere efficaci, utilizzando poco la forza si possono applicare le tecniche anche se non si è in grande forma fisica, lo stile evasivo evita gli impatti e garantisce l’integrità del praticante anche in età avanzata.

Punti deboli: gli attacchi non sono sempre conclusivi, è necessario eseguire più contrattacchi per assicurarsi la vittoria contro avversari più pesanti, è necessario un lungo allenamento per diventare efficaci utilizzando il Muay Kiao (Boxe bassata sull’agilità).
Le 30 forme Mae Mai e Look Mai che studiano i membri dell’Accademia sono per lo più riconosciute attualmente come i complementi ideali delle 15 tecniche base; ma ciò non esclude l’inserimento nel contesto delle Mai Kred di altre tecniche ritenute da alcuni Maestri di tale importanza da essere degne di far parte di quel novero. I maestri di Muay Chaiya del passato ad esempio definivano come la Mae Mai la posizione di guardia Jot Muay e come Look Mai le tecniche “frutto” di una buona applicazione della prima.

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